1 – Ho finito gli studi, e ora che faccio?

In questa puntata parliamo del passaggio dagli studi al mondo delle persone adulte e del lavoro. Un periodo che porta con sé grandi cambiamenti che coinvolgono tutte le sfere della vita di una persona.

Indice dei Contenuti

Puntata 1 - Podcast Tutto e subito - Ho finito gli studi, e ora che faccio?

Pochi giorni si ricordano come quello in cui hai terminato gli studi. Ci pensi e ancora hai nella testa la canzoncina “dottore, dottore…” insieme con un mare di ricordi più o meno belli di tutto il tuo percorso fino a qui. La laurea è qualcosa a cui hai aspirato per tanto tempo, l’hai sognata, immaginata come il punto di arrivo, l’unico obiettivo a cui tendere.
Poi, dopo questo bagno nei ricordi, torni alla realtà e pensi: “Ho finito gli studi, e ora che faccio? Da dove comincio? E come posso affrontare tutte le paure che la vita adulta porta con sé? Ma se tipo mi riiscrivo a una triennale?” 

Ecco, ferma tutto: prima di metterti a guardare piani di studio e mille corsi, parti da qui.

Di cosa parliamo oggi

In questa prima puntata del podcast “Tutto e subito” affrontiamo uno dei temi più spinosi in assoluto: il passaggio dagli studi al mondo delle persone adulte e del lavoro. Un periodo che porta con sé grandi cambiamenti che coinvolgono tutte le sfere della vita di una persona.
Parleremo di che cosa significa terminare un percorso di studi, delle paure e dei dubbi che possono presentarsi.
Ti racconterò come ho affrontato io questa transizione e quali stratagemmi ho adottato per uscire dallo stallo e dalla confusione.
Nell’ultima parte della puntata ho raccolto tutte le informazioni, i consigli e le strategie utili a capire come vivere questo passaggio di vita in maniera serena e consapevole. Sono tutte le informazioni che io stessa avrei voluto conoscere quando mi sono laureata ma che ho invece dovuto raccogliere a spizzichi e bocconi un po’ dappertutto, e mettere insieme tra tentativi e fallimenti.

Il passaggio di vita tra percorso di studi e mondo del lavoro

L’università è costruita su un percorso già scritto. Ogni semestre i corsi, ogni sessione un tot di esami, l’ultimo anno lo stage e poi la tesi. Un percorso lineare, costruito su varie tappe da seguire con i propri tempi. Ma alla fine il traguardo è quello lì. 

Quando invece ti ritrovi ad aver terminato gli studi, vedi davanti a te una pagina bianca, tutta da scrivere, senza regole, confini e obblighi se non quelli dettati dai bisogni primari. Ed è proprio quando ti rendi conto di essere in questa situazione che arriva il momento di assoluta confusione in cui ti chiedi: “e ora che ho finito di studiare che faccio?”. 

All’improvviso il vuoto, ti sembra di non avere nessuna idea valida, nessun sogno nel cassetto che meriti di essere tirato fuori. Addirittura, ti sembra di non saper fare niente nel concreto, come se tutti gli anni che hai trascorso a studiare non fossero serviti poi a molto.
Cerchi su internet quali sono gli sbocchi lavorativi per il tuo percorso e nessuno sembra fare al caso tuo. Guardi le offerte di lavoro e di stage e hai l’impressione di non aver alcuna competenza adatta a svolgere quelle mansioni. 

Anche se hai una vocazione sin dall’infanzia, a ripensarci ora senti comunque un senso di vertigine e confusione che, anche se sai che è temporaneo, fa vacillare le tue idee. 

Ecco, se una di queste descrizioni ti rappresenta anche solo in parte sappi che la confusione è una tappa quasi obbligatoria del passaggio di vita che stai vivendo.
Tutti i cambiamenti portano con sé paure e dubbi, insieme con entusiasmo, adrenalina e passione.

Lo sconforto è normale, perché il momento di transizione che stai vivendo è importante. Stai entrando nel mondo del lavoro, dove, nella tua testa, hai sempre immaginato persone adulte e competenti. E ti viene da pensare che in mezzo a loro tu non ci fai niente, perché ti senti come un pulcino appena uscito dal guscio. 

Ti dico queste cose perché io stessa mi sono trovata in questa situazione, ho provato queste emozioni e pensato agli stessi dubbi. Come ho affrontato il tutto? Beh, la mia storia ha un che di tragicomico ma ora ti racconto in breve.

Dopo la laurea, la sera non volevo andare a dormire per non ritrovarmi a fissare il soffitto e pensare alle scelte che avrei dovuto intraprendere.

La mia esperienza

Post laurea avevo un’idea generale di che cosa avrei voluto fare, ma mi sono fatta prendere dalla confusione. 

Ho discusso la tesi magistrale a inizio dicembre e lì per lì che cos’ho pensato? “Dato che siamo a ridosso delle vacanze, perché non prendermi del tempo per ricaricare le pile, stare con la mia famiglia e andare a trovare le persone a me care?”
Di per sé, il ragionamento non faceva una piega ed era anche logico, ma vediamo poi cos’è andato storto. 

Sono rimasta a Padova anche dopo la discussione per una decina di giorni, poi sono tornata a casa dai miei. Lì grandi mangiate, vita lenta e libri letti vicino al fuoco. Più i giorni trascorrevano, più tempo passavo da sola la sera in cucina davanti al camino a pensare, mentre osservavo il fuoco spegnersi piano piano. Perché? Perché non volevo andare a dormire e ritrovarmi a fissare il soffitto e pensare alle scelte che avrei dovuto intraprendere.

Probabilmente pensavo di essere dentro un libro di Jane Austen o qualcosa del genere. Anche perché, pur di evitare di andare a dormire e affrontare i vari pensieri riguardo il mio futuro, in una di queste notti ho deciso improvvisamente di imparare a lavorare a maglia. Così, dal niente, con i tutorial da Youtube. E l’ho fatto davvero! Durante quelle vacanze, anche mentre ero in giro ospite da amici, mi portavo dietro il mio lavoro a maglia, fatto e disfatto 4 o 5 volte alla stregua di Penelope, anche se, nel mio caso, era per correggere gli errori e non per tenere lontani i proci.
Long story short: quella sciarpa di lana di alpaca, lunga quasi due metri, l’ho terminata 5 mesi dopo in lockdown e ancora oggi la uso nei giorni più freddi dell’anno. Però: il lavoro manuale, iniziato come stratagemma per scappare dalle responsabilità, si è rivelato terapeutico. È stato il primo step per muovermi dal torpore e dalla paura del futuro. Un modo per incanalare le mie energie, le mie idee e la voglia di mettermi in gioco in qualcosa di sicuro, dove avevo la certezza che anche se avessi sbagliato (e l’ho fatto, più volte), non sarebbe successo niente di grave. Bastava disfare tutto, ricreare il gomitolo e ricominciare, punto dopo punto. Cimentarmi in qualcosa di piccolo, complesso e lontano dalla mia zona di comfort è stato il primo di una serie di allenamenti utili a capire come affrontare tutte le sfide del futuro. 

Ora, io non sto dicendo che per uscire dal momento di confusione dopo gli studi devi imparare a fare a maglia, ci mancherebbe. Ma il concetto è: diventare persone adulte fa paura ed è normale che sia così. Spaventano le responsabilità, le scelte da intraprendere e le loro conseguenze, i contratti che sembrano inscindibili e tutto ciò che comporta essere grandi.
Però, crescere è qualcosa di inevitabile, di complicato, ma allo stesso tempo di entusiasmante e incredibile. 

Infatti, mentre trascorrevo le mie notti a fare a maglia, per evitare di pensare al futuro, in realtà, punto dopo punto stavo facendo mente locale, raccogliendo le energie e le forze per capire chi volessi essere da grande. 

Poi, passato capodanno ho preso la decisione di iscrivermi al master di Coaching, per cominciare a costruire il futuro che ho sempre desiderato ma che non avevo mai avuto il coraggio di provare a rendere reale. 
E poi? E poi ho cercato un lavoro, perché belli i sogni, bello fare a maglia sino alle 4 di notte, ma le bollette bisogna pur pagarle. Ci ho messo un po’ a trovarlo, dopo mille versioni del curriculum e innumerevoli candidature inviatate con (e senza) logica.
A fronte di tutto questo: ecco i consigli, i suggerimenti e le informazioni che avrei voluto sapere prima di laurearmi sul come affrontare la transizione dal mondo degli studi al mondo del lavoro.

L’obiettivo deve sempre essere uno solo: il tuo benessere.

Affrontare la transizione verso il mondo del lavoro con consapevolezza

Presupposto fondamentale, che ho già detto ma che mi sentirai ripetere più volte perché è proprio la base: il cambiamento destabilizza, fa paura, genera confusione ed è normale che sia così. Per poter governare il proprio cambiamento bisogna accettare che non sia tutto chiaro, che si possa sbagliare e che l’incertezza fa parte del gioco. Non è facile capire che cosa fare della propria vita e, anzi, forse è una delle cose più difficili. Inoltre, non è detto che una cosa che va bene per te ora, lo sia per sempre. Il cambiamento genera sempre altro cambiamento.
Detto questo, però, bisogna provare ad agire con consapevolezza e logica.

L’obiettivo deve sempre essere uno solo: il tuo benessere.
Nel caso della puntata di oggi, c’è anche un altro obiettivo: la costruzione di una vita professionale coerente con i tuoi valori.

Perché parlo di valori? Perché i valori guidano la nostra vita e le azioni sono solo una conseguenza. Potrà capitare di fare lavori completamente diversi gli uni tra gli altri, tanto che le persone dall’esterno non riusciranno a capire che tipo di coerenza ci sia nel tuo percorso. Ma se ciò che accomuna i lavori che scegli sono i valori condivisi, allora sarà tutto più semplice e lineare da vivere e, perché no, anche da raccontare.

Fatte queste premesse, passiamo alla pratica. Cosa fare una volta terminati gli studi?

Prima di tutto: riposare se possibile. Prendersi qualche settimana per festeggiare il proprio traguardo, ripercorrendo la strada fatta e dandosi una bella pacca sulla spalla perché te lo meriti!

La pausa serve per poter fare mente locale di tutto ciò che si è vissuto (e se vuoi, puoi anche imparare a fare a maglia).

Perché fare mente locale? Perché bisogna pur cominciare da qualche parte e niente è meglio delle esperienze che hai già vissuto per capire su che cosa concentrarsi. 

Bene, è ora di mettersi all’opera: prendi un quaderno o un taccuino con una bella copertina e comincia a prendere appunti rispondendo a queste domande

  • Che cosa hai studiato?
  • Quali sono le materie che ti sono piaciute di più?
  • Hai fatto lavori di gruppo o progetti individuali per mettere in pratica la teoria studiata? Se sì, descrivili nello specifico. 
  • Hai qualche passione o hobby?
  • Che cosa tra le cose che fai, ti fa sentire capace e competente?
  • Hai fatto parte o fai parte di un’associazione? In che ruolo? Quali sono  o erano le tue mansioni?
  • Hai fatto esperienze all’estero? Di che tipo? Dove?
  • Hai già lavorato o fatto uno stage? Come l’hai trovato? Di che cosa ti occupavi?

Sappi che per queste domande ogni risposta è valida. Stai parlando del tuo percorso e solo tu puoi conoscere nel dettaglio le informazioni rilevanti. Quindi scrivi tutto ciò che ti viene in mente, che ti ricordi o che è stato significativo per te, anche se non è legato alle domande stesse. 

Fatto questo chiediti: quali tra queste informazioni, esperienze e competenze sono spendibili nel mondo del lavoro?

Poi fai una ricerca per trovare le professioni in cui sono richieste le competenze e le esperienze che hai messo in evidenza. 

Tra quelle che trovi, scegli ciò che ti ispira di più, che senti possa essere una strada possibile per te.
Raccogli le informazioni riguardo le professioni selezionate: leggi articoli su blog di settore, guarda video testimonianza su Youtube e se hai qualche contatto prova a chiedere informazioni di prima mano. 

Ogni scelta che prenderai con consapevolezza è valida, ogni percorso è valido, il tuo tempo e il tuo ritmo sono validi

Poi? Poi è tempo di creare un curriculum, inserendo le informazioni rilevanti per la professione per cui hai deciso di proporti. 

Una volta creato il curriculum, puoi cominciare a inviare le candidature, rispondendo ad annunci o proponendoti in modo spontaneo. Qui si apre un mondo enorme sul modo in cui proporsi alle aziende, ma è un tema così vasto che lo affronteremo in una puntata più avanti. 

Quello che per ora è importante che tu sappia è: quando non hai esperienze lavorative, ciò che fa la differenza è il tuo approccio, ovvero la tua attitudine e la coerenza tra i tuoi valori e quelli dell’azienda in cui ti candidi.

Concludo questa prima puntata del podcast, dicendo che per fare tutto questo ci vuole tempo. Molto probabilmente proverai a dare più risposte diverse alle domande che ti ho elencato. Ci vorrà tempo per raccogliere le informazioni riguardo alle professioni che ti interessano. Farai 10 versioni dello stesso curriculum e te ne piacerà solo uno.
Magari ti interessano professioni diverse, quindi raddoppia il tempo che hai considerato. 

Ultimo consiglio: rimani fedele a chi sei, parti dalla tua vita e dai tuoi valori perché è grazie a questi che riuscirai a trovare un equilibrio valido per te tra vita personale, studio, esperienze e lavoro.

Sappi che ogni scelta che prenderai con consapevolezza è valida, ogni percorso è valido, il tuo tempo e il tuo ritmo sono validi. La tua vita è valida e solo tu puoi sapere davvero che cosa è giusto per te! 

Detto questo ti auguro un grande in bocca al lupo per la nuova fase della tua vita che stai vivendo!

Condividi su facebook
Condividi su twitter
Condividi su linkedin
Condividi su pinterest
Condividi su email
Marcella Peverini al pc scrive la sua newsletter

Il mio regalo per te

“Un passo alla volta”: il percorso gratuito per imparare a uscire dalla comfort zone!

Un percorso gratuito grazie al quale imparerai a: 

  • conoscere com’è fatta la tua comfort zone;
  • come prenderti cura di questo spazio; 
  • come gestire la paura di uscire dalla comfort zone; 
  • come riconoscerne i confini
  • come metterti in gioco per crescere usando la comfort zone come strumento efficace per guidare il cambiamento.

     

Il percorso dura 5 giorni e comprende testi, esercizi e pdf da scaricare!
“Un passo alla volta” è gratis e arriva direttamente nella tua casella mail! 

Iscriviti compilando le caselle con il tuo nome e il tuo indirizzo e-mail!